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Emanuele Barbieri | psicoterapeuta

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Cosa faccio

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Psicoterapia individuale

Fare un percorso di psicoterapia significa prima di tutto incontrarsi: due individui nella stessa stanza che si osservano, si parlano e si ascoltano. Quando ci si incontra si aprono le porte a infinite possibilità.

Spesso le persone che si rivolgono a me arrivano cariche di sofferenza, di ansia, confusione, sono disorientate e con alcune o tante ferite o delusioni.

L’immagine che spesso ho è quella di avere di fronte qualcuno con degli ingranaggi arrugginiti, rotti o da sostituire: quando questi ingranaggi dentro di noi non funzionano più, ci sentiamo bloccati ed è difficile camminare nel mondo. Il mio compito è quello di accompagnare queste persone in un cammino, stando al loro fianco, alla giusta distanza e giusta vicinanza. Insieme si scopre cosa ha portato a rompere o far arrugginire quel pezzo così importante ed essenziale, che significa scoprire le ferite e conoscersi; alcuni pezzi si possono pulire, riparare o sostituire, altri no, che significa prendersi cura e crescere; mentre tutto questo accade si scopre un nuovo modo di andare nel mondo con dignità e pienezza, che significa esistere.

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Psicoterapia di gruppo

L’esperienza del gruppo è qualcosa di estremamente nutriente ed entrare a far parte di un gruppo è un passaggio naturale nella crescita di ogni individuo. Pensate ai bambini: una volta scoperta la sicurezza nella relazione con i loro genitori e si sentono sufficientemente saldi per muovere i primi passi nel mondo, sviluppano una spinta naturale a cercare un gruppo di pari con cui confrontarsi. Lo stesso accade nella psicoterapia: da una relazione a due, più esclusiva, a una relazione con gli altri, più inclusiva. Stare in un gruppo significa condividere con tanti essere umani le proprie fragilità e le proprie risorse, vuol dire potersi confrontare, appoggiarsi ed essere un appoggio per l’altro. È il contesto in cui si sperimentano la reciprocità e la condivisione, il fare il tifo per gli altri e sentirsi allo stesso tempo sostenuti, per scoprire un senso di sicurezza e protezione anche al di fuori di una relazione a due.

Supervisioni per educatori

Oltre alla psicoterapia, da qualche anno mi occupo anche di accompagnare in percorsi di supervisione équipe di educatori che lavorano per il sociale.

La mia esperienza mi insegna quanto sia importante avere un porto sicuro a cui fare riferimento quando si ha costantemente a che fare con la fragilità degli individui. Così come noi psicoterapeuti ci confrontiamo con altri colleghi, anche chi lavora in servizi educativi di vario genere spesso sente il bisogno di appoggiarsi a qualcuno per far fronte ad alcune difficoltà del proprio lavoro.

La supervisione per équipe di educatori è uno spazio sicuro in cui, nel rispetto della privacy e del segreto professionale, ci si può confrontare su situazioni che affaticano l’educatore, per trovare insieme un sollievo dato dalla condivisione e dal trovare strategie di intervento efficaci.

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